La comunicazione dei politici su TikTok

C’è qualcuno che ancora non conosce TikTok?

Anche i non addetti ai lavori sicuramente avranno sentito nominare almeno una volta il social di origine cinese o si saranno imbattuti in uno dei suoi video virali che dai telegiornali, ai quotidiani online, dagli altri social alle radio (persino li!) vengono condivisi.

I numeri, come sempre, possono aiutare ad inquadrare il fenomeno ed a comprendere il perchè le forze politiche abbiano mostrato un tale interesse per una piattaforma che viene generalmente considerata solo per “ragazzini”.

Innanzitutto gli utenti: sono più di un miliardo a livello globale (circa una persona su 8), un numero impressionante, ma un po’ fine a se stesso se non contestualizzato.
Per la nostra analisi conta il nostro territorio, quindi come stanno le cose in Italia?
Bene, secondo i dati forniti da Social Media Trends gli utenti sono 14,4 milioni, ovvero circa il 24% della popolazione, quasi una persona su 4.

La forza di questo social però la si può misurare anche nelle reazioni dei competitor. Non è infatti un segreto che la piattaforma con il posizionamento più simile, Instagram, abbia dovuto negli ultimi tempi modificare la propria struttura (con annesse polemiche) introducendo i reels per tamponare l’emorragia di utenti e soprattutto interazioni.

Come funziona dunque TikTok ed a cosa è dovuto il suo successo?

Il successo del social è dovuto ad un meccanismo tanto banale quanto difficile da realizzare: comprendere le esigenze della popolazione e fornirgli una risposta che diventa abitudine e paradigma. Quarant’anni fa uno dei protagonisti che vedremo tra poco seppe fare lo stesso, ma con la televisione!

Quali sono tali esigenze?

Sicuramente la brevità, la soglia di attenzione si va via via riducendo, siamo sempre meno disposti a seguire video lunghi o a leggere post complessi.
Freschezza, i contenuti sono nella maggior parte dei casi originali, creativi, spiritosi o riflessivi. Gli effetti proposti in fase di editing consentono di ampliare la propria creatività senza possedere conoscenze tecniche approfondite. Intrattenimento, inteso sia come divertimento, molti contenuti infatti spingono questa leva emotiva, ma anche approfondimento, dalle ricette ai consigli librari sono molti i profili orientati all’aumento delle competenze.

Esplorare il feed di tiktok è come affacciarsi dal balcone su una piazza del mercato gremita dell’umanità più varia, non è infatti il classico feed di contenuti condivisi da amici o creator. Al contrario, è un hub in cui vengono selezionati una serie di video, in un ciclo infinito.

A ben vedere però la metafora appena utilizzata non è corretta, infatti i contenuti che ci vengono mostrati non sono i più vari, ma aderiscono alla perfezione a interessi e attitudini di chi li guarda, a prescindere da chi li abbia pubblicati. Un meccanismo ben rodato online, ma qui portato ad un livello superiore! L’obiettivo è coinvolgervi ed appassionarvi, affinché non abbandoniate la pagina e siate incentivati a scrollare un video dopo l’altro.
Tanto sono brevi….

Quindi, la politica italiana come utilizza questo mondo? Facciamo una breve analisi degli esponenti con l’occhio critico:

Proviamo a partire dalla comunicazione usata da Silvio Berlusconi, evocato poco fa, nel suo primo video:

“Ciao ragazzi eccomi qua! Vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale di TikTok

già la presentazione risulta sbagliata in quanto in questa piattaforma non siamo noi utenti che entriamo in un canale ma è il feed di tiktok
che propone dei contenuti agli utenti e quindi si “capita” sul canale del proprietario.

Dovremmo quindi essere noi a dare il benvenuto a lui sul nostro feed.

“su questa piattaforma voi siete presenti in oltre 5 milioni e il 60% di voi ha meno di 30 anni”

Anche qui il messaggio è sbagliato, non si parla descrivendo chi è il tuo pubblico ma si dovrebbe parlare di se stessi e di cosa si sta facendo. In poche parole raccontare di se, come la scelta tecnicamente corretta di Matteo Renzi di presentare se stesso e cosa fa.

Ma come si potrebbe fare meglio in questo caso: chi pubblica su tiktok non dovrebbe pensare ad analizzare gli utenti già presenti da anni e spiegare chi sono e cosa fanno. Si dovrebbe invece creare dei contenuti per dire chi sono e cosa faranno loro in questo canale.

Ma analizziamo più nello specifico alcuni profili dei politici:

Giorgia Meloni

Aspetti positivi:

  • home ben organizzata con video e descrizione in anteprima
  • ogni tanto appare qualche video ben impostato e fatto apposta per la piattaforma

Aspetti negativi

  • 0 seguiti
  • Manca il link del sito nella biografia
  • video a bassa risoluzione con bande nere sopra e sotto
  • foto trasformate in formato video
  • video senza scritte in svrainpressione di quello che si sta vedendo
  • mancanza di hashtag nella descrizione

Matteo Salvini

Aspetti positivi:

  • home ben organizzata con video e descrizione in anteprima
  • 3 video principali in evidenza pinnati
  • hashtag presente anche nella descrizione
  • video fatti relativamente bene con hashtag, sottotitoli e parole chiave per mantenere viva l’attenzione
  • uso di audio in trending
  • argomenti e linguaggio rilevanti per il target della piattaforma

Aspetti negativi

  • video ripubblicati da altri social o tv con formati non inerenti alla piattaforma
  • Manca il link del sito nella biografia
  • alcuni video a bassa risoluzione

Giuseppe Conte

Aspetti positivi:

  • home ben organizzata con video e descrizione in anteprima
  • 3 video principali in evidenza pinnati
  • hashtag presente anche nella descrizione
  • qualità del video altissima con hashtag, sottotitoli e parole chiave per mantenere viva l’attenzione
  • uso di audio in trending
  • argomenti e linguaggio molto rilevanti per il target della piattaforma
  • permette di fare stitch e duettare con i suoi video
  • effetti grafici perfetti per il tipo di video, fatti proprio per un target giovane
  • video riproposti da altre piattaforme riadattati perfettamente

Aspetti negativi

  • Alcuni video a bassa risoluzione
  • 1 seguito

Conclusione

Oggi le persone interagiscono con i brand e con le fonti che ritengono autorevoli grazie ai social network che sono i mezzi più rapidi ed alla portata di chiunque per poter esprimere opinioni, gradimenti ed approfondire la conoscenza di servizi e prodotti.
Ci sono però molti social con metodi comunicativi diversi tra di loro, tante strategie e troppe idee confuse.
I brand, le aziende o i personaggi potrebbero decidere di utilizzarli tutti o solo uno, non esiste un social corretto o uno sbagliato, esiste l’approccio giusto o quello errato.

Ciò che conta però è sempre saper veicolare il corretto messaggio tramite giusta piattaforma per il proprio pubblico target.

Voi cosa ne pensate?

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Valentina Cera
Valentina Cera
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