Marketing e alimentazione: il doppio ruolo nella salute

A proposito di marketing e alimentazione…. chi ha letto il libro La rivoluzione del glucosio di Jessie Inchauspé, sa che offre consigli pratici per gestire i picchi di glucosio e migliorare il proprio benessere. Tra strategie come mangiare gli alimenti nell’ordine corretto e fare piccoli movimenti dopo i pasti, personalmente ho trovato tanti spunti utili da applicare nella vita quotidiana.
Tuttavia, ciò che mi ha colpito maggiormente è stata l’attenzione dell’autrice sul ruolo del marketing ingannevole, accusato di essere uno dei principali responsabili della cattiva informazione nel settore alimentare.

Cibo e marketing: cattiva informazione

la rivoluzione del glucosio

La pubblicità di cibi poco salutari rivolta ai più giovani è onnipresente e sfrutta una vasta gamma di strumenti.
Un esempio di cattiva informazione riguarda i prodotti etichettati come “senza zuccheri aggiunti”. Nel libro, l’autrice spiega come questa dicitura sia spesso fuorviante, portando i consumatori a credere che il prodotto sia sano o a basso contenuto di zuccheri. In realtà, molti di questi alimenti contengono zuccheri naturalmente presenti o altri dolcificanti nascosti sotto nomi meno conosciuti, come sciroppo di glucosio, fruttosio o maltodestrine. Questi ingredienti hanno comunque un impatto significativo sulla glicemia, ma il marketing li presenta come alternative innocue. Inchauspé spiega che quando vediamo ‘senza zuccheri aggiunti’ sull’etichetta, il nostro cervello lo interpreta come una promessa di salute, ma spesso si tratta solo di un trucco semantico. Gli zuccheri nascosti sono lì, pronti a farci oscillare la glicemia.
Questo esempio mette in luce come il marketing possa confondere i consumatori, portandoli a fare scelte che, anziché migliorare la loro salute, contribuiscono a mantenere abitudini alimentari poco sane.

Quando i messaggi pubblicitari possono trasformare cibi poco salutari in scelte apparentemente ideali, il marketing alimentare si pone sotto i riflettori come una forza che influenza pesantemente le decisioni di molte persone. Ma è davvero tutta colpa del marketing? E potrebbe questa potente leva essere utilizzata per promuovere una migliore salute?

Negli ultimi decenni, il marketing alimentare è diventato una delle forze più potenti nel modellare le abitudini alimentari delle persone. Spesso accusato di promuovere cibi malsani e di contribuire all’aumento delle malattie metaboliche come obesità e diabete, il marketing alimentare è spesso al centro di molte discussioni.
È davvero solo colpa del marketing se consumiamo troppi alimenti dannosi? Oppure questa forza persuasiva potrebbe essere trasformata in un’arma per il bene della nostra salute?

sugar free?

Marketing e alimentazione: un’accusa meritata?

Il marketing è uno strumento, il problema è l’uso che ne viene fatto. Si dice di tante cose, lo so, ma è così.

Il marketing alimentare si basa su strategie che mirano a convincere i consumatori a scegliere un prodotto rispetto a un altro, in alcuni casi senza considerare l’impatto sulla salute.

Alcuni punti critici includono:

  1. Packaging e messaggi ingannevoli
    I produttori sfruttano termini come “senza zuccheri aggiunti” o “bio” per far percepire i loro prodotti come sani. Tuttavia, spesso questi alimenti sono ricchi di zuccheri nascosti o grassi poco salutari. L’etichetta ‘senza zuccheri aggiunti’ non significa che un prodotto sia sano e in molti casi il danno è nascosto sotto altri nomi come sciroppo di glucosio, fruttosio o maltodestrine.
  2. Promozione aggressiva dei cibi ultra-processati
    Snack dolci, bevande zuccherate e cibi pronti dominano gli spazi pubblicitari. Questi prodotti sono progettati per essere irresistibili grazie a una combinazione di zuccheri, sale e grassi. Gli alimenti ultra-processati sono progettati per catturare la nostra attenzione, stimolare il nostro cervello e creare dipendenza. Il marketing è il loro megafono.
  3. Target sui bambini
    Il marketing diretto ai più giovani, attraverso spot televisivi, influencer o mascotte accattivanti, plasma le loro preferenze alimentari. I bambini sono le vittime ideali. Crescono pensando che uno snack zuccherato sia normale e che bere una bevanda gassata sia una routine.
  4. Posizionamento strategico per gli acquisti d’impulso
    Le caramelle, le barrette di cioccolato e altri prodotti ricchi di zuccheri e grassi vengono spesso collocati in punti strategici nei supermercati e nei negozi, come le casse o gli ingressi. Questo posizionamento non è casuale: si tratta di una strategia pensata per sfruttare la psicologia del consumatore e incentivare gli acquisti d’impulso, soprattutto durante i momenti di attesa.
    Questa tecnica colpisce particolarmente i bambini, che vedono questi prodotti come una “ricompensa” immediata e irresistibile, e gli adulti, che spesso cedono alla tentazione per la facilità e la disponibilità del prodotto. Anche quando siamo consapevoli dei rischi legati al consumo di questi alimenti, la loro posizione strategica aumenta significativamente la probabilità di metterli nel carrello, rendendo difficile resistere all’acquisto.

I limiti del marketing

Nonostante il forte impatto del marketing, attribuirgli l’intera responsabilità del problema alimentare sarebbe un errore. Ci sono altri fattori in gioco:

  • Educazione alimentare carente
    Molte persone non sanno interpretare correttamente le etichette nutrizionali o riconoscere i cibi realmente sani. Senza una base educativa, è difficile resistere al potere persuasivo della pubblicità.
  • Accessibilità economica
    Gli alimenti ultra-processati sono spesso più economici e accessibili rispetto a frutta, verdura e proteine fresche. Quando il cibo sano e fresco costa di più di una barretta di cioccolato, qualcosa è andato storto nel sistema.
  • Stile di vita frenetico
    Lavoro, impegni e ritmi frenetici spingono molte persone a optare per soluzioni veloci e pratiche, spesso rappresentate dai cibi pronti o ultra-processati. La mancanza di tempo per cucinare e pianificare la spesa rende questi prodotti un’alternativa attraente, anche a scapito della qualità nutrizionale. Questa abitudine alimentare non è solo una conseguenza del marketing, ma anche di un modello sociale che valorizza la velocità rispetto alla cura della propria salute.

Il lato positivo del marketing: una forza trasformativa

Il marketing non è intrinsecamente negativo. Le stesse tecniche utilizzate per promuovere cibi malsani possono essere impiegate per incentivare scelte più salutari.
Alcuni esempi di successo includono:

  • Campagne educative
    Spot e iniziative che promuovono il consumo di frutta, verdura e cibi integrali stanno crescendo. Se il marketing ci ha portato nel caos, può anche aiutarci a uscirne.
  • Collaborazioni con i brand
    Alcuni marchi hanno iniziato a riformulare i loro prodotti, riducendo zuccheri e grassi, per rispondere alle richieste di un mercato sempre più attento alla salute.
  • Normative più rigide
    Governi e organizzazioni internazionali stanno imponendo restrizioni sul marketing di cibi malsani, specialmente nei confronti dei bambini. Queste misure possono spingere il settore verso strategie più etiche.

Tecnologia e trasparenza: come applicazioni come Yuka possono aiutarci

In questo scenario applicazioni come Yuka offrono un potente strumento per i consumatori consapevoli. Queste app permettono di scansionare i codici a barre dei prodotti alimentari e ottenere una valutazione chiara basata sugli ingredienti, sul contenuto nutrizionale e sulla presenza di additivi.

Ad esempio, Yuka assegna un punteggio ai prodotti, spiegando in modo semplice i motivi della valutazione e suggerendo alternative più salutari quando necessario. Questo approccio trasparente aiuta i consumatori a superare la confusione generata dal marketing e a fare scelte più informate.

La conoscenza è potere. Capire cosa contiene davvero il cibo che mettiamo nel carrello è il primo passo per migliorare la nostra salute dal punto di vista della nutrizione.

Sebbene dovremmo sempre preferire cibi freschi e non processati, quando siamo costretti a scegliere alimenti pronti, queste app possono essere una guida preziosa per individuare le opzioni migliori e ridurre l’impatto sulla nostra salute. Grazie a strumenti come Yuka, possiamo riportare il controllo nelle mani dei consumatori, riducendo l’impatto del marketing ingannevole e favorendo abitudini alimentari più sane.

Responsabilità condivisa

Il marketing ha avuto un ruolo chiave nel creare un ambiente alimentare che privilegia cibi malsani, ma non è l’unico responsabile. La soluzione richiede un approccio integrato che coinvolga:

  • Educazione alimentare nelle scuole e per gli adulti.
  • Incentivi economici per rendere gli alimenti sani più accessibili.
  • Un impegno del settore privato per promuovere cibi più salutari.
  • Regolamentazioni più severe per il marketing alimentare.
  • Disincentivazione di alimenti nocivi.

Il marketing può essere una forza di cambiamento positivo, se guidato da principi etici e supportato da scelte individuali consapevoli e politiche pubbliche efficaci.

mangia sano

Fai la tua parte

Da vittime del marketing ingannevole possiamo diventare ambassador di uno stile di vita corretto che includa esercizio fisico, alimentazione corretta e relazioni sociali positive.

Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno hanno un impatto diretto sulla nostra salute e sul nostro benessere.
Possiamo cominciare da piccoli passi, come leggere con attenzione le etichette, utilizzare app come Yuka per fare scelte più consapevoli e preferire cibi freschi e non processati quando possibile.

Condividi queste informazioni con amici e familiari, discuti il tema e aiutaci a diffondere una maggiore consapevolezza.

Cambiare le nostre abitudini può sembrare una sfida, ma con gli strumenti giusti e il giusto atteggiamento, ogni passo conta.

Marco Daturi
Marco Daturi
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